Chiesa di San Pietro ad Oratorium (AQ)
La chiesa di San Pietro ad Oratorium si trova nella parte della valle del fiume Tirino appartenente al territorio di Capestrano, in provincia dell’Aquila. L’edificio è di epoca medievale, molto ben conservato e di recente restaurato.
Informazioni utili:
La chiesa viene aperta da un custode il venerdì pomeriggio. Per prenotazioni telefonare al numero 0862-95227: info point di Capestrano. Conviene telefonare con anticipo, per evitare di trovare il custode impossibilitato a venire…vale la pena sia vedere l’interno della chiesa per i suoi affreschi sia il quadrato magico che si trova sul retro rispetto all’entrata nel recinto.
Cenni storici:
La chiesa di San Pietro ad Oratorium venne fondata sulla riva sinistra del fiume Tirino, che al tempo della fondazione passava a 200m dalla chiesa. Fu costruita, secondo la tradizione, grazie al dono fatto dall’ultimo re longobardo Desiderio nel 756 d.c. all’abate Attalo di un appezzamento di terra per la costruzione di un monastero. Fu una chiesa molto celebre, vantò la protezione di papi ed imperatori, come Carlo Magno e Pipino, ma soprattutto della dinastia dei Medici di Firenze.
Verso la fine dell’XI secolo venne ristrutturata e nel 1117 riconsacrata da Papa Pasquale II, che a ricordo di questi lavori fece posizionare un’iscrizione sul portale:
A Rege Desiderio fundata millenocenteno renovata
Egli vi portò le reliquie di San Pietro Apostolo e le concesse vari privilegi, assoggettandola alla Santa Sede.
Il convento fu definitivamente abbandonato nel 1751 e a tutt’oggi non è rimasta traccia del monastero.
Restauri alla chiesa sono stati portati avanti nella metà del 1900.
Il quadrato magico:
Inserito rovesciato nella muratura a sinistra del portale, si trova il celebre quadrato magico scolpito in una pietra: si tratta di un’enigmatica scritta composta da cinque parole di cinque lettere ciascuna:
ROTAS OPERA TENET AREPO SATOR
che significano “ovunque – opera – tiene – aratro – seminatore”
Le parole si possono leggere da sinistra verso destra, da destra verso sinistra, dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto.
S A T O R
A R E P O
T E N E T
O P E R A
R O T A S
Tra le varie interpretazioni esistenti, la più accreditata ritiene si tratti di un crittogramma che anagrammato forma le parole “Pater Noster” più le lettere A e O: alfa e omega, mentre alcuni ritengono che queste combinazioni acrostiche, secondo le superstizioni medievali, siano elementi utili per preservare l’edificio da terremoti, fulmini, tempeste e meteore.
L’interno della Chiesa:
In fondo alla chiesa si può vedere, dietro il ciborio del XII secolo, l’abside centrale riccamente decorato con un affresco rappresentante Cristo benedicente su un trono, i simboli dei quattro Evangelisti ed i 24 Signori dell’Apocalisse; delle decorazioni degli absidi laterali è rimasto solo un gruppo di Santi ciascuno. Questi affreschi vengono fatti risalire alla prima metà del XII secolo.
Sull’altare sopraelevato da tre gradini, si trova un’ara pagana con ancora i segni della combustione dei sacrifici, che alcuni ritengono sia la prova dell’esistenza nella zona limitrofa di un edificio di epoca romana precedente all’impianto del monastero longobardo.
La facciata:
La facciata della chiesa si presenta estremamente semplice: si apre un bel portale benedettino ai cui lati si trovano due bassorilievi rappresentanti Re Davide e S. Vincenzo diacono. Il bassorilievo di Davide è in particolare interessante perchè è rappresentato rivolto verso l’alto e nel gesto di indicare con un dito un’iscrizione che dice:
sculptor imago apparuit ito insomnis hec
da alcuni interpretata come: “lo scultore decise questa sistemazione in seguito ai suoi sogni, durante i quali ne ebbe l’ispirazione”.
Analisi dell’architettura:
1) L’esterno della chiesa:
San Pietro ad Oratorium è una chiesa a tre navate absidate sul fondo, di cui quella centrale più larga delle laterali.
Il materiale con cui è costruita la parte originale della chiesa, riscontrabile ancora nella parte inferiore della facciata e nel rivestimento delle absidi posteriori, è una pietra tagliata a conci quadrangolari e disposta su filari orizzontali a secco.
Le facciate laterali sono costituite da pietre di forma irregolare di dimensione minore rispetto a quelle della facciata, disposte anch’esse su filari orizzontali ma legate con malta di calce.
Come materiale da costruzione, oltre ai blocchi di pietra quadrangolari o naturalmente irregolari, si nota un utilizzo di materiali di risulta, provenienti da costruzioni di epoca romana e dall’originario edificio longobardo; si tratta in particolare di elementi in pietra o marmo, decorati od iscritti.
– La facciata:
La muratura è realizzata in opera quadrata non isodoma e le uniche aperture che possiede sono l’ingresso centrale ed una piccola finestrella rettangolare sulla sommità.
La grandezza delle pietre, sia in larghezza che in altezza, non è medesima in tutti i blocchi della costruzione e si nota la mancanza di una ricerca di uniformità nella realizzazione della facciavista del monumento. I filari sono infatti disposti secondo assise irregolari ed anche i conci variano notevolmente di dimensioni all’interno dello stesso filare. I blocchi vengono indifferentemente posti all’interno della muratura di testa o di taglio, ed anche nella zona delle catene angolari non si nota un’alternanza ricercata tra le due posizioni.
Il portale principale della chiesa è formato da una struttura di tipo trilitico, con architrave poggiante su due capitelli posti al di sopra dei piedritti. L’ingresso è sormontato da due archi a tutto sesto. Questi sono indipendenti tra loro e dalla muratura e non sono poggianti direttamente sull’architrave, ma su un filare della muratura prolungato fino alla linea interna degli stipiti. La funzione degli archi è di scarico del peso della struttura nei confronti dell’architrave. La buona funzionalità della struttura è ben visibile nelle fratture che l’arco col tempo ha riportato e che si trovano esattamente alle reni dell’ordine interno.
I cunei costituenti i due archi sono di dimensione e di numero irregolare, quello interno ne ha 7 mentre quello esterno 10 e le chiavi non corrispondono con il centro fisico dell’arco. Entrambi gli ordini presentano decorazioni con motivi simmetrici a palmette che fanno risalire il materiale da costruzione al precedente edificio longobardo.
Tutta la facciata, come già detto, conserva elementi di edifici precedenti usati come materiale da costruzione, tra questi spiccano blocchi marmorei con decorazioni ad intreccio, varie lastre iscritte ed il famoso quadrato magico, impostato al contrario sulla sinistra del portale.
Ai lati dell’ingresso trovano posto in maniera simmetrica due bassorilievi con figure di santi su pietre quadrangolari, risalenti alla risistemazione del 1100.
Nella parte superiore della facciata è possibile notare come la più leggera muratura in piccoli blocchetti lapidei abbia lasciato posto, nella zona delle catene angolari, ad una più resistente catena di blocchi con dimensioni maggiori, questo per garantire un’adeguata resistenza al carico della copertura sovrastante in una zona critica come quella dello spigolo.
– La facciata laterale destra:
Il lato destro dell’edificio è costituito prevalentemente da piccoli blocchetti lapidei di dimensione irregolare ma più o meno omogenea , disposti su filari orizzontali.
Anche su questo lato della chiesa si apre un portale. La struttura di quest’ultimo non varia di molto dal portale principale, è infatti costituito da un sistema con architrave poggiante su pilastri sormontato da un doppio ordine di archi di scarico a tutto sesto.
In questo caso, a differenza del portale centrale, l’arco di scarico interno poggia direttamente sulla muratura ed in linea con gli stipiti della porta, mentre quello esterno insiste su due mensole sporgenti. Le mensole sono impostate su due finte colonne adiacenti al lati del portale e probabilmente reggevano una decorazione ora non più presente.
All’interno della muratura della facciata laterale, sono ben visibili dei fori a distanze e altezze regolari, essi sono interpretabili come fori per il sostegno dei ponteggi necessari ai lavori di ricostruzione.
– Le absidi posteriori:
Le tre navate di cui è composta la chiesa sono caratterizzate dalla presenza di tre absidi di forma semicilindrica sul fondo. Il materiale di cui queste sono costituite è, come per la facciata, blocchi di pietra quadrangolari e di medie dimensioni disposte su filari orizzontali ma con assise non regolari. Da notare è il fatto che per l’adattamento ad una superficie curva i conci costituenti la muratura sono stati tutti arrotondati.
La cortina originaria si è conservata solo nell’abside centrale e parzialmente nella laterale destra, mentre il restante sinistro è frutto per 2/3 della sua altezza di un restauro moderno.
Ognuna delle tre absidi presenta una finestrella nel centro e queste sono uno dei pochi punti luce dell’intera chiesa.
2) L’interno della chiesa:
La pavimentazione è in lastre di pietra in tutte e tre le navate e presenta solo tre gradini in corrispondenza dell’altare sul fondo.
Le navate sono divise da due file di sette archi a tutto sesto poggianti su pilastri a base quadrata.
I pilastri sono realizzati negli stessi conci di pietra delle facciate esterne e presentano alla sommità piccoli capitelli decorati con elementi vegetali o piccole figurine zoomorfe. La loro posizione in corrispondenza dell’imposta dell’arco li potrebbe far vedere anche come resti di cagnoli per il sostegno delle centine in fase di costruzione.
Gli archi sono invece costituiti da cunei lapidei più piccoli ed irregolari tra loro. Ad un esame più approfondito si nota come solo le due cortine siano realizzate con questi blocchetti, mentre il riempimento è tutto in calcestruzzo.
La muratura che gli archi vanno a sostenere è composta da blocchetti lapidei, con facciavista lavorata, legati con malta.
3) La copertura:
Il sistema di copertura della navata centrale è basato su uno schema con tetto a falde a doppio spiovente. Questa copertura è sorretta, come è visibile dall’interno, da una serie di capriate lignee triangolari ricorrenti lungo tutta la lunghezza della navata. Le capriate sono composte, oltre che da puntoni e catena di base, anche da un ometto. Quest’ultimo non è stato unito direttamente ad incastro con la catena, ma è stato legato ad essa tramite una staffa metallica. Come aiuto valido contro la flessione della catena sono stati aggiunti all’ometto due saettoni obliqui. Le capriate della navata centrale oltre ad essere incastrate nel muro, sono anche poggianti su mensole lignee in maniera diretta, senza l’ausilio di travi correnti.
Per quanto riguarda le navate laterali, esse hanno uno schema di tetto ad unica falda, il cui scopo era oltre che di copertura della parte di edificio sottostante, anche di displuvio delle acque piovane provenienti delle falde del tetto della navata centrale. Ora questa sua funzione originaria è notevolmente diminuita dall’impianto, in fase di restauro moderno dell’edificio, di una serie di gronde per tutta la lunghezza della copertura.
Dall’interno della chiesa si può notare come anche le navate laterali siano dotate di un sistema di sostegno a capriata, non completa in quanto la copertura è ad un’unica falda. Queste non insistono, a differenza di quanto accade nella navata centrale, su mensole, ma sono direttamente incastrate nella muratura. Esse sono composte da mezza catena ed un puntone, che come ausilio ha un saettone, parte incastrato a muro e parte direttamente nella catena. Non c’è la presenza dell’omino in quanto la sua funzione viene ben svolta dalla muratura stessa.