Tarquinia (VT)

Tarquinia, cittadina in provincia di Viterbo, ha una lunga storia come città etrusca e poi romana. È famosa per la necropoli di Monterozzi, contenente le tombe dipinte. La Necropoli di Tarquinia è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.
Da non perdere anche l’Ara della Regina, il santuario di Tarquinia, visibile da Monterozzi in lontananza.

Come Arrivare:
Via Aurelia, continuare su SS1 in direzione Viterbo Grosseto. Girare a destra: A12 / E80. Girare a destra, SP102.
La necropoli è alle porte della città, la Civita (l’antica acropoli) a circa 7 km, lungo la strada per Monte Romano.

Cose da Vedere:

1. Necropoli di Monterozzi: tel. 0766 856308. Orario invernale: dal martedì alla domenica 8,30-14,00; orario estivo: dal martedì alla domenica dalle 8,30 fino ad un’ora prima del tramonto. La biglietteria chiude un’ora e mezzo prima.
Chiude il lunedì,il 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre.
Per visite guidate: tel 0639967150 per gruppi di adulti; tel 0639967200 per gruppi scolastici.
Biglietto intero: Euro 4,00.
Ridotto per cittadini dell’ Unione Europea tra 18 e 25 anni; per insegnati di ruolo nelle scuole statali: Euro 2,00
Gratuito per:
– Cittadini dell’ Unione Europea di età inferiore ai 18 anni o superiore ai 65 anni.
– Studenti e docenti delle Facoltà di Architettura e di Lettere (indirizzo Storia dell’arte).
– Dipendenti MBAC – Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
– Guide Turistiche autorizzate dalla Regione Lazio nell’esercizio della propria attività.
– Appartenenti all’ ICOM.
-Gruppi scolastici con lettera della scuola.

2. Museo Archeologico: piazza Cavour 1. Tel. 0766 856036. Aperto dal martedì alle domenica dalle 8,30 alle 19,30. La biglietteria chiude un’ora prima. I giorni di chiusura, oltre al lunedì, sono 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre. Per visite guidate: tel 0639967150 per gruppi di adulti; tel 0639967200 per gruppi scolastici.
Biglietti: vedi per la Necropoli.

Possibilità di fare il biglietto cumulativo Museo e Necropoli:
Intero: Euro 6,50.
Ridotto per cittadini dell’ Unione Europea tra 18 e 25 anni e per insegnati di ruolo nelle scuole statali: Euro 3,25.
Gratuito per gli stessi aventi diritto citati precedentemente.

3. Ara della Regina.

Storia della Tarquinia Etrusca:

670-630 orientalizzante medio.
Tarquinia usa tombe costruite con copertura a pseudovolta, camera unica con pareti molto ripide e banchina per le deposizioni, fessura nella chiave della volta. Caratteristica è il grande dromos molto largo lungo e aperto, spesso è presente una scalinata monumentale, utilizzata per riti, spettacoli e ludi.

630-580 orientalizzante recente.
In città cominciano grandi importazioni ceramiche dal mediterraneo, esempio famoso del periodo è la tomba di bocchoris, tomba del guerriero, il primo esempio di orientalizzante etrusco. Importante è notare che qui venne trovata la prima epigrafe etrusca incisa su un vaso protocorinzio. La necropoli in questo periodo si estende sul colle di Monterozzi.

Alto arcaismo: VI a.C.
È questo il momento della nascita dei grandi santuari e vengono edificate le prime città satellite sulla costa ad impianto ortogonale, Pyrgi per Cerveteri, Gradisca per Tarquinia, nel clima di una grande espansione commerciale via mare.

Il tipo tombale a Tarquinia in questo periodo è a camera ipogea con tumulo come segnacolo. Gli interni sono decorati come una vera casa ad affresco (sedimenti salini che si depositano sulla roccia dipinta hanno permesso di conservare le pitture fino a noi). Le scene raffigurate sono di tipo aristocratico: animali affrontati, banchetti, giochi funebri, ma esistono anche elementi anomali quali caccia e pesca.
Nel 530 a.C. arrivano maestri ionici che importano la tecnica delle megalografie.

Tardo arcaico, il V secolo.
Nasce in questo secolo la famosa Ara della Regina, santuario monumentale di Tarquinia. Su un grande podio venne costruito un tempio di tipo tuscanico, impostato su un tempio di età precedente. La decorazione del columen tutt’ora conservata era enorme: si tratta dei famosi cavalli alati in terracotta.

La pittura funeraria parietale

Nasce nel VI aC., durante la prima fase riprende elementi asiatici e raffigura alberi, animali affrontati e fantastici.
La Tomba delle pantere del 590 a.C. è il primo esempio di questo stile. Non è ancora suddiviso lo spazio della parete, animali la riempiono tutta.
La Tomba dei tori (560 a.C.) già presenta una divisione in fasce a riprodurre almeno in parte una casa, è presente una schematizzazione del frontone con gli animali affrontati.
Nel 530 giungono dalla ionia maestri e portano la tecnica della megalografia.
Primo esempio è la Tomba degli Auguri.
Cominciano ad essere rappresentati non più elementi fantastici ma di carattere sociale, arrivati assieme ai maestri dalla Grecia. Vengono riprodotti banchetti, scene di komastoi, giochi funebri.
Dai colori vividi del VI secolo (es: tomba delle leonesse), si vanno ad utilizzare sempre più un cromatismi tenui e a campitura più piatta, per dare più importanza alla volumetria dei personaggi che al gioco delle luci. La tavolozza diminuisce a 3-4 colori fondamentali.

L’identificazione con la casa non si va mai perdendo del tutto, infatti il columen ed il suo sostegno vengono sempre rappresentati, anche se molto schematizzati (una semplice linea grossa rossa) ma sono presenti.
Tipico è anche la rappresentazione di una finta porta a imitazione di quella vera della tomba oppure di una finta porta di una camera inesistente o una porta dell’aldilà.
Nel V cominciano anche a comparire, in relazione alla perdita della fede nella vita post-mortem, personaggi infernali, contraddistinti dal loro colore blu, sia femminili che maschili (karun).

Età recente: IV-III a.C.

Ara della Regina. Su un grosso podio con due terrazze di 7 metri di altezza viene costruito il tempio di tipo tuscanico con cella ed ale. Subirà nel III un rimaneggiamento, le tre cellette ed il postico verranno tolti per aumentare la lunghezza della cella centrale. Ridecorato, il nuovo columen non avrà più i cavalli alati ma un grosso blocco fittile con la fuga dei Sette di Tebe.

Le tombe aristocratiche sono ancora dipinte ma la tipologia cambia: sono presenti molti demoni azzurri, banchetti infernali, poche scene aristocratiche e molto mistiche.
Comincia in questo periodo l’uso di sarcofagi decorati e iscritti. Se la tomba è dipinta il sargofago è liscio senza decorazioni e iscrizioni, e viceversa.
Nei orimi sarcofagi dipinti l’iscrizione compariva sul lato lungo, riportante varie dati della vita del deposto. La cassa spesso era decorata con un’amazzonomachia od una precessione infernale. Il coperchio all’inizio era decorato con un frontoncino di tipo orientale, poi compare la raffigurazione del defunto supino, all’inizio quasi schiacciato contro il letto, poi comincia ad alzarsi sempre più tramite i cuscini e cambiamenti di inclinazione fino a essere rappresentato banchettante.
L’entrata del dromos delle tombe è decorata con piccoli tempietti.

Nel 311-310 a.C. Roma vince su Tarquinia, da questo momento la storia della città rientra nella Storia Romana.

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