Cerveteri (RM)

Cerveteri, in latino Caere, in etrusco Cisra, è ora una cittadina a 40km da Roma, nata in epoca etrusca (epoca villanoviana) è stata identificata come tale già nel XVI secolo con la spiegazione del toponimo Cerveteri con Caere Vetus. Alla città apparteneva, tra gli altri, il famoso porto di Pyrgi, simbolo della ricchezza della città dovuta alla presenza di minerali nel sottosuolo, come nei Monti della Tolfa.

Come arrivare:
E’ raggiungibile dalla Via Aurelia e dall’autostrada Roma-Civitavecchia (A/12). Uscire all’uscita CERVETERI-LADISPOLI-POLIZIA STRADALE e proseguire seguendo la direzione CERVETERI-CERI.

Storia della Cerveteri estrusca:

La storia della città antica viene principalmente basata sui ritrovamenti delle necropoli, molto abbondanti, mentre l’area urbana raramente riporta resti di tale grandezza, ad eccezione delle aree sacre. Il suo territorio si estendeva dal Mignone, alle necropoli rupestri alla zona costiera.

Le prime fasi di vita della città risalgono all’epoca villanoviana (XI-IX secolo a.C.) con le necropoli di Cava della Pozzolana e del Sorbo, con un rito funerario basato su tombe a pozzetto e cinerario biconico con elmo o scodella e nella fase più recente anche inumati in fossa. Le fosse erano legate insieme entro circolo di sassi, un tumulo simbolo precoce dell’esistenza di un sistema di rappresentazione gentilizia.

Dal VIII a.C. grande innovazione, rispetto alla precedente a fossa, la tomba a camera scavata nel tufo o parzialmente costruita, a camera unica, spesso riproducente l’interno di una capanna. Queste tombe avevano un utilizzo famigliare, spesso prolungato.

Con il VII secolo comincia la fase orientalizzante (antica: 730/720-670; media: 670-630; recente: 630-580), con un’arrivo massiccio di manufatti dalla Fenicia, da Cipro, dalla Grecia, con i relativi artigiani che comincieranno a fare una produzione orientalizzante locale. È questo anche il secolo in cui nella città comincia la scrittura, come connotazione di rango sociale (era infatti presente in oggetti di grande qualità, di importazione). Nelle necropoli compaiono i tumuli monumentali, con un’altezza di anche 15 metri, con la crepidine (base del tumulo) spesso modanata, con un ponte che permetteva l’accesso alla cupola.

Verso la fine del VII secolo comincia a diffondersi il tipo di tombe a camera più note, quelle formate da un atrio largo e stretto che si affaccia su tre camere con i letti funebri, sempre ricoperte da tumulo monumentale, riproducenti il nuovo tipo di abitazione etrusca, anche se con differenti proporzioni tra l’atrio e le camere.

Nell’età arcaica, VI sec.a.C., forse a causa della mancanza di spazio nelle necropoli ed alla crescente richiesta di tombe più ricche, cominciano a comparire le famose tombe a dado, generalmente costruite e non scavate, ricorrenti su lunghi filari e “infilate” a riempire gli spazi liberi tra i grandi tumuli dei secoli precedenti. Generalmente le tombe venivano realizzate a coppie, e tra le varie coppie venivano legate da delle scalinate che permettevano di accedere al piano superiore. L’interno era uguale per tutte le tombe, con atrio longitudinale e due vani che vi si affacciavano. L’origine di questa tipologia tombale sembra riferirsi al mondo greco, per il loro carattere democratico e paritario, col quale erano in maggiore contatto nautico rispetto agli altri periodi storici.

Il V sec.a.C. è il periodo dei grossi scontri con le altre popolazioni (cartaginesi e siracusani) che limitarono il commercio navale della città, secondo alcuni riducendola ad atti di pirateria. È il momento di crisi per la città, le tombe non vengono più costruite, utilizzando quelle già esistenti e spesso spostando i deposti più antichi.

Dal IV sec.a.C. Caere comincia ad orbitare nella politica romana, favorendola fin dall’inizio, ed è in questo periodo che nasce un nuovo tipo tombale (circa 20 esempi, ricchissimi), a camera unica, sorretta da pilastri, con una banchina lungo tutte le pareti per le deposizioni e spesso una scalinata centrale che portava ad una seconda sala ipogea. All’esterno erano caratterizzate da iscrizioni col nome e cippi maschili a colonnina e femminili a casetta.

Cose da vedere:

Il Santuario di Pyrgi:

Il famoso porto includeva il Santuario di Uni, costiero e risalente al VI sec.a.C. Il santuario era costituito da due templi principali, uno greco e uno tuscanico più recente, racchiusi da un recinto sacro che lungo un lato presentavano tante piccole cellette (forse per la prostituzione sacra).

La necropoli della Banditaccia:

Per info: tel. 06-9940001. Aperto tutti i giorni, dalle 8.30 al tramonto. Chiuso il lunedì, il 1 gennaio, ed il 25 dicembre.
La biglietteria chiude un’ora prima del tramonto. Per visite guidate chiamare al: 06-39967150 per gruppi di adulti; tel 06-39967200 per gruppi scolastici.
Fino a 18 anni ed oltre i 65 la visita è gratis; dai 18 ai 25 anni costa 2,00 Euro; dai 25 ai 65 anni il biglietto costa 4,00 Euro.

La necropoli è sorta su un grande pianoro tufaceo, una roccia molto leggera e morbida. La necropoli è tagliata da una strada principale ma nel complesso riempie tutto il pianoro.

L’epoca dei grandi tumuli con camera scavata e tumulo parzialmente costruito e ricoperto di terra, va dal 690 al 650 a.C. (orientalizzante antico e medio). Dal 650 in poi (orientalizzante recente) i tumuli sono di dimensione inferiore perchè più diffusi, spesso anche multifamigliari (per dividere probabilmente i costi di produzione di un monumento così grande). La pianta è spesso cruciforme, per aumentarne la capienza.

Verso la metà del VI sec.a.C. cominciano a nascere le tombe a dado ad occupare gli spazi di risulta dei tumuli oppure concentrati in lunghi filari.
Dopo il VI secolo la necropoli non vide più la costruzioni di grandi tombe monumentali, ma continuarono ad essere utilizzate quelle già esistenti. Nel IV secolo la necropoli appunto è gia colma e si comincia a costruire tombe nella ex cava di tufo, le famose tombe comunali, rupestri (scavate a livello del piano di calpestio, ma non ipogee).
Caratteristica delle tombe utilizzate nel IV secolo sono i cippi, con o senza iscrizione funebre e posti all’esterno delle tombe.

Fuori dal recinto:

Tomba dei Leoni Dipinti: Metà VII a.C., chiamata così perchè vi erano dei leoni dipinti sulle pareti di tufo ricoperte da un piccolo strato di argilla, ora scomparse. Si tratta di una tomba circolare con ingresso a dromos, tipico dell’orientalizzante antico, che porta a tre sale, una centrale e due laterali. Quella a destra presenta il soffitto con il tetto a quattro falde schematizzato, con il famoso disco all’estremità del trave centrale. La camera centrale è molto più grande e la riproduzione del tetto a quattro falde è meglio realizzata dell’altra camera. La camera a sinistra, più piccola, è collegata all’esterno da un piccolo dromos secondario.
All’interno dello stesso tumulo, sul retro, venne ricavata una seconda tomba, di VI secolo. :
Tomba degli Scudi e delle Sedie, così chiamata perchè nel tufo vennero scavate delle forme circolari sulle pareti, che ricordano degli scudi appesi, e dei troni. È una tomba di tipo più recente, con atrio allungato su cui si affacciano tre stanze contenenti ai lati i letti scavati per le deposizioni. Il soffitto è reso piatto, non a falde. È qui presente il trono perchè il passaggio nell’usanza etrusca tra il banchetto in posizione seduta a quello in posizione sdraiata avviene tra il 650 ed il 630 a.C., in seguito alla realizzazione della tomba.

Tomba degli Animali Dipinti: Orientalizzante medio, composta da un dromos che porta da un atrio circolare con soffitto lavoratissimo a canne intrecciate e banchina per le deposizioni ai lati. Si tratta di una tomba anomala in quanto l’elemento tondo nell’architettura etrusca quasi non esiste. L’atrio conduce a una stanza rettangolare suddivisa in tre parti.
Nel recinto:

Tumulo 2: presenta quattro diverse sepolture con quattro entrate differenti. Una è la famosa Tomba della Capanna, la più antica, rappresenta l’interno di un vano con tetto a due falde, molto displuviato: un tetto di paglia.

È il secondo tumulo più antico di Cerveteri, datato al 680-670 a.C.
Il secondo è una Tomba a doppio vano. Il terzo è la Tomba dei Doli, del 650-630 a.C., caratterizzata da due vani assiali, soffitto a doppio spiovente. La quarta e più recente è la Tomba dei Vasi Greci, del tipo orientalizzante recente, ma è posteriore al VI sec.a.C., con tre vani affacciati sull’atrio. Il nome deriva dall’enorme quantità di vasi greci che vennero rinvenuti in essa.
Tomba dei Capitelli: tipica tomba a tre vani su atrio, con colonne caratterizzate da capitelli eolici totalmente scavati nel tufo, il soffitto decorato ad incannucciato.
Tumulo Policromo: crepidine (il tamburo del tumulo, la parte cilindrica) caratterizzata da file di materiali di colore differente. Tardo orientalizzante.
Tumulo Mengarelli: è incompiuta, non ha modanature ed ha una sola tomba. Fa coppia col tumulo del Colonnello.
Tumulo del Colonnello: contiene la tomba a così chiamato perchè le modanature sembrano i gradi dei colonnelli dell’esercito. Contiene quattro tombe, di cui una dell’inventore, o portatore, del tumulo a Cerveteri.

Tomba Regolini-Galassi: a planimetria animala, con lungo corridoio centrale e due vani prospicienti aui due lati del corridoio. Datata 670-660. Una delle sale non fu profanata e il corredo delle deposizioni (maschile e femminile) riporta anche segni di scrittura.
Via degli Inferi:
Tomba delle Colonne Doriche: Unicum nel panorama etrusco è una tomba sorretta da colonne doriche perfettamente riprodotte, senza base.
Tomba dei Rilievi: appartiene al IV sec.a.C. ed è l’unica tomba monumentale di questo secolo ad aver trovato spazio nella necropoli della Banditaccia. È della tipologia con grande aula puntellata da pilastri e banchine sui lati. La particolarità è che le pareti sono totalmente rivestite da stucco, decorato e dipinto a rappresentare l’interno di un’abitazione.

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